Il Segreto del Triscele by Mariagrazia De Castro Coltivarelibri

Innanzitutto conosciamone l’autore.

Alessandro Demaria è nato a Molochio (Reggio Calabria) nel 1977. Avvocato e docente presso un Istituto Comprensivo in provincia di Brescia, Demaria non è certo alla prima esperienza di scrittura: ha già pubblicato, con lo stesso editore, Una Stella In Trincea, lavoro di prestigio che si è classificato anche al Premio Letterario Nazionale Città di Rimini (2013) ricevendo una soddisfacente medaglia d’argento.

Con IL SEGRETO DEL TRISCELE, offre ai suoi lettori – come egli stesso scrive nell’introduzione – una bellissima avventura, un meraviglioso viaggio sia fisico che culturale in cui il protagonista è Uno e già dal nome/numero si intuisce essere un personaggio unico…

Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell’individuo. L’ebbrezza è un numero.

Charles Baudelaire.

Tutto ha inizio quando Uno, casualmente incontra a un ruscello un anonimo viaggiatore.

“Mentre camminavo mi fermai a guardare verso il ruscello e un piccolo animale curioso attirò la mia attenzione (…) vidi la figura di un altro uomo. Non vedevo un’altra persona da tanto tempo, e lì, in quel posto, non mi sarei mai immaginato di vedere qualcuno”.

Un incontro dal quale nasce un dialogo, finalizzato a far emergere la  vita di Uno, su tutto predomina il viaggio non solo inteso come percorso da un luogo di origine a uno di destinazione ma piuttosto come metafora alla quale attribuire, in senso filosofico, il nesso indissolubile – e del resto, logica –  con la soggettività e la natura nascosta e mutevole dell’identità individuale.

Ciò significa che forse il viaggio muta Uno? Uno tornerà tra le mura domestiche? Oramai è un’altra persona? Uno è partito perché spinto dai bisogni dell’Io? E dove andrà?

 “L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”

Marcel Proust

Uno, in Africa, segue l’itinerario di antichi esploratori italiani, viene salvato da un pescatore e riconosciuto come il viaggiatore:

“Io risposi che ero il viaggiatore, mi chiamavo Uno ed avevo attraversato il deserto  seguendo i dettami di un’antica profezia”

Uno è protagonista di un’antica profezia per cui deve scoprire il segreto che si cela dietro il Triscele, antico e misterioso simbolo.

E come il viaggio, anche la profezia è una modalità di conoscenza, l’una sensoriale, l’altra extra – sensoriale.

Viaggio e profezia si intrecciano, si incontrano, si fondono, si confondono.

Viaggio e profezia come esperienza di formazione, esplorazione e conquista.

Viaggio e profezia come conoscenza di una natura misteriosa e complessa ma non ostile su cui l’autore si sofferma descrivendone ritmi e comportamenti della flora e della fauna. Non tralascia di descrivere con dettaglio il funzionamento degli ecosistemi e degli habitat che Uno attraversa nel suo viaggio (Memorabile la descrizione, nelle primissime pagine, dell’incontro con una salamandra, una poiana e con un lupo solitario…un rispetto della natura e dei processi biologici che accompagnerà il lettore fino alla fine).

I paesaggi, i colori e gli odori della natura stupiscono e rievocano le atmosfere fiere, appassionate e sensazionali di Karen Blixen e “La mia Africa”.

Nel suo cammino verso la profezia si imbatte in Stella:

“Stella, la mia nuova guida (…) rimasi stregato dalla profondità del suo sguardo. Provai una sensazione incantevole, aveva un paio di occhi verdi con sfumature d’azzurro talmente belli e profondi che nel guardarli ebbi come l’impressione di specchiarmi dentro di lei.”

E probabilmente senza di lei il viaggio di Uno non sarebbe stato un mezzo di affermazione e non avrebbe avuto quel ruolo eccezionale – che va oltre la profezia del Triscele – perché fattore di rottura, di contatto con la differenza e quindi di esperienza privilegiata.

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Questa recensione è di Mariagrazia De Castro

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