Una Stella In Trincea by Caterina Luci

C’è un’intelligenza profonda in ognuno di noi che ci indica la strada da seguire, anche quando sembra tutto finito, io ho visto questa funzione nella fidata stella. La stella è all’esterno ma in realtà io l’ho interpretata come una sorta di guida interiore, quando ci si perde, e nell’inverno della nostra vita, in mancanza di bussola e di notte, ci si può orientare osservando in cielo la Stella Polare:indica sempre il Nord. A volte però è difficile orientarsi, perchè non è possibile vedere né la Stella e neanche il Sole di giorno, a causa della nebbia o delle nuvole… permettimi la metafora, per dire che, nella vita l’unica cosa che a volte ci rimane da seguire, è probabilmente solo l’istinto di sopravvivenza, ma vivere (come Tu ci insegni) è altro, vivere è riuscire a combattere i demoni che ci abitano, nel salotto della nostra anima belli accomodati, vivere significa dare un senso, che a volte sembra proprio non esserci, vivere significa ricercare la propria felicità. Un uomo per dirsi tale, deve probabilmente superare tante paure, tra le più grandi paure la solitudine e la morte, il soldato in trincea, costretto suo malgrado, si trova a dover affrontare e a superare tutto questo, in un crescendo di emozioni: ora la disperazione, ora la rabbia, ora lo stupore ma anche la meraviglia e infine la speranza. I diversi elementi che inserisci nel libro mi danno l’idea di una tavola che sta per essere apparecchiata: all’inizio è vuota, ma piano piano viene imbandita con cibi svariati, i cibi della cultura. Il soldato (in realtà chiunque di noi può rivedersi in lui) chiuso in un bunker, grazie ad un libro misterioso (che poi è solo nella sua mente, non reale, difatti scompare lasciandolo in un vuoto incolmabile…) riesce ad evadere. Un discorso interessante è probabilmente anche il significato simbolico di alcuni oggetti…Mi piace molto quando dici:”Ero riuscito, almeno credo, ad interpretare i segnali che la vita mi offriva” , spesso la cosiddetta “malasorte” credo sia proprio imputabile ai segnali che la vita ci pone davanti, ma che per scarsa consapevolezza o disattenzione, non riusciamo ad interpretare… Là dove vogliamo andare, la ricerca della felicità presuppone dei desideri che ci animano (in questo caso per il soldato il desiderio più grande è la libertà) più che dei muri, troviamo uccelli cinguettanti, farfalle che ci parlano, oggetti che ci pongono domande ecc… Tutto ci parla e tutto sembra anche esprimersi per enigmi:è il linguaggio dell’anima.È impressionante, la porta che il soldato si richiude alle spalle sigillandola, la ricerca della “felicità” per lui è una scelta, potrebbe vivere ancora per qualche tempo chiuso nel bunker, in fondo non sa, se quello che troverà al di là della porta, lo può condurre a ciò che si augura, non ha alcuna certezza, in realtà potrebbe non trovare che solo la morte in quel tunnel, ma il coraggio sta proprio nell’atto di chiudersi la porta alle spalle, addirittura sigillandola, quasi come a dire, o vita o morte,e alla fine la vita non può che premiare un tale significativo gesto… 

Caterina Luci 27.3.2013